Chiesa del Suffragio - Rovereto città di A. Rosmini

...tra storia, cultura e fede

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Rovereto, Suffragio, facciata.
Rovereto, storia sacra: le chiese
Santa Maria del Suffragio
Una confraternita e la sua chiesa
Con la sua leggera e luminosa facciata che si apre su via Conciatori, la chiesa di Santa Maria del Suffragio cela la storia dell'omonima confraternita che la eresse tra il 1739 e il 1745. E con il suo piacevole stile tardo-barocco, semplice, armonico e simmetrico, è, dal punto di vista architettonico, forse la più bella chiesa di Rovereto. La progettò l'architetto Andrea Colomba, originario di Lugano, che una decina di anni prima aveva realizzato la cappella privata dei Vanetti, Madonna alle Grazie, vicino alla stazione ferrovaria.
La confraternita - composta in prevalenza da laici, uomini e donne - era nata nel 1735 presso l'altare dell'Addolorata, nella chiesa di San Tommaso,1) nell'omonimo borgo, dopo il ponte Forbato sul Leno.
I laici si univano insieme in confraternita per aiutarsi vicendevolmente nel percorso di santificazione personale in vista della salvezza dell'anima. Si raggiungeva tale fine, oltre che con la purificazione personale dal peccato, attraverso la preghiera e i sacramenti, con l'esercizio della carità materiale, intellettuale e spirituale. La carità principale esercitata dalla Confraternita di Santa Maria del Suffragio, come dice il nome stesso, era quella di suffragare2) le anime del purgatorio.
Inoltre i membri del sodalizio assistevano gratuitamente i propri malati, assicurando loro i sacramenti, in punto di morte, e garantendo sepoltura gratuita a coloro che non potevano permettersi le spese del funerale. Si trattava di una confraternita molto grossa, che oltrepassava i cinquecento membri.
All'epoca, la chiesa di S. Tommaso dipendenva dalla pieve di Lizzana. Fin da subito i confratelli entrarono in contrasto con l'arciprete di Lizzana, che voleva esercitare un controllo sul sodalizio, giudicato eccessivo dai membri di quest'ultimo. Così, per avere maggiore libertà nell'esercitare la propria attività di culto e caritativa, decisero di costruirsi una propria chiesa. L'edificio non ha subìto rilevanti variazioni nel tempo, per cui l'attuale struttura riflette grossomodo quella originaria.

Fin da subito la Confraternita del Suffragio si è trovata a condividere la propria storia con la Pia unione dei tedeschi, sorta nel 1741 nella chiesetta di S. Maria alle Grazie, cappella privata della nobile famiglia Vannetti (vicino alla stazione ferroviaria). Il sodalizio tedesco era dedicato alla Madonna Addolorata e all'Immacolata. Raccoglieva in gran parte immigrati di lingua tedesca che svolgevano lavori di servitù. Trovando ben presto angusto il luogo dove era sorta, la Nazione Alemanna, come veniva chiamata, chiese ospitalità ai confratelli del Suffragio per poter svolgere le proprie funzioni religiose in tedesco con più comodità. Venne così accolta nel 1747.
Tra il 1747 e i primi anni sessanta del Settecento erano già stati costruiti tutti e quattro, in marmo, gli attuali altari laterali:  il primo ad essere eretto, entrando sulla destra, è quello dedicato ai Santi Giorgio e Leonardo, voluto dal nobile Giorgio Leonardo de Giorgi, primo priore della confraternita. Ed è quello che differisce dal punto di vista stilistico, con due colonne nere tortili. La pala con i Santi Giorgio e Leonardo intercedenti per le anime purganti è di Gasparantonio Baroni Cavalcabò, pittore di Borgo Sacco. 3)

Il secondo, sempre a destra, è dedicato all'Angelo custode. E' stato commissionato dalla nobile famiglia di Giovanni Battista (padre) e Domenico (figlio) Baroni de Perghoff. La pala è attribuita al lucchese Giandomenico Lombardi (1682-1751), autore anche della pala dell'altare maggiore.

Il primo altare a sinistra, dedicato a San Luigi Gonzaga, è stato fatto costruire dalla famiglia Laurenzi, commercianti in seta. L'attuale statua in legno di S. Luigi Gonzaga è d'epoca fascista, e prende il posto della pala di San Luigi Gonzaga che predica a Mantova intercedente le anime purganti, del veronese Matteo Marinelli, pittore accademico, andata perduta durante la prima guerra mondiale.

Il secondo altare a sinistra in origine era dedicato a Maria Cellense (Maria Zell), la Vergine del noto santuario austriaco, in Stiria. Fu voluto dal nobile abate Antonio da Santo Niccolò, originario di Rovereto e dimorante a Vienna. Dal 1839 l'altare è dedicato alla Vergine del Caravaggio.  
Si dovette invece attendere il 1808 prima di avere l'altare maggiore in marmo, grazie al lascito della nobile vedova Anna Saibanti.
La pala, dipinta nel 1746 da Gian Domenico Lombardi 4), di Lucca, raffigura San Gregorio Magno, papa, che intercede per la anime purganti presso la Vergine Addolorata.
La soppressione delle confraternite, nel 1783, da parte di Giuseppe II d'Asburgo, ha avuto come risvolto il fatto che la chiesa diventasse proprietà della Nazione Alemanna. Inizialmente entrambe le confraternite - italiana e tedesca - furono soppresse, i loro beni e quelli della chiesa confiscati. I tedeschi, tuttavia, fecero più ricorsi al governo per potersi nuovamente riunire, adducendo che il loro sodalizio non era una confraternita come le altre, dove si usava uno specifico abito. Alla fine vinsero. L'imperatore concesse loro di aggregarsi nuovamente e, al tempo stesso, regalò loro la chiesa del Suffragio, però con gli annessi debiti. Era il 1787 quando ripresero le funzioni in tedesco, mentre la Curia di Trento diede il permesso di conservare stabilmente il Santissimo Sacramento nel tabernacolo.
Poichè la Nazione Alemanna non riusciva a mantenere la chiesa e men che meno far fronte ai debiti "ricevuti in dono", appena la politica imperiale allentò un attimo la morsa, nel 1802, ci si diede da fare per far rinascere la Confraternita del Suffragio. Una rinascita auspicata anzitutto dalla cittadinanza, per l'attività caritativa che la confraternita svolgeva, e poi dai tedeschi che così potevano contare sul rinato sodalizio per gestire e mantenere la chiesa.
Le due associazioni, pur rimanendo distinte, fecero una sorta di simbiosi: la chiesa rimaneva proprietà dei tedeschi, mentre la Confraternita del Suffragio si impegnava a gestire le attività di culto. Si decise che sei consiglieri, nel consiglio della Confraternita del Suffragio, che contava venticinque membri,  dovevano essere tedeschi.

Per tutto l'Ottocento, fino alla prima guerra mondiale, i due sodalizi convissero con alti e bassi. Partiti i tedeschi, nel primo dopoguerra alla chiesa fu affidato un rettore. La prima guerra mondiale assestò un grosso colpo alla sezione maschile della confraternita, mentre crescevano le iscrizioni femminili. Ci sarà una piccola ripresa, ma i tempi ormai erano cambiati:  la confraternita si assottigliava sempre più man mano che morivano i membri. La fine si può collocare negli anni Settanta. Dal 1985 la chiesa appartiene alla parrocchia di S. Marco.5)
Note:

1) Dedicata a S. Tommaso Cantauriense, Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury (1118-1170), la chiesetta fu eretta dai Castelbarco attorno al 1250. Fu soppressa da Giuseppe II nel 1787 e venduta a privati. Non fu più ripristinata.
2) L'offerta a Dio di preghiere, di sante messe e di atti di carità per accelerare la purificazione delle anime in purgatorio, affinché siano accolte il prima possibile in paradiso.
3) Borgo Sacco, oggi circoscrizione di Rovereto. Gasparantonio Baroni Cavalcabò (1682-1759), dopo la formazione romana, si è stabilito definitivamente in patria dipingendo molte opere, soprattutto di carattere religioso. La parrocchiale di Borgo Sacco con i suoi bellissimi affreschi è quasi interamente opera sua.
4) Nelle chiese e nei musei di Lucca si trovano diverse opere di Gian Domenico Lombardi (1682-1751), che apparteneva alla Confraternita del Suffragio lucchese.
5) Le informazioni riportate in questa pagina sono state prese da FIA CHIARA e SEVERINI SONIA, La Confraternita della Beata Vergine Maria  del Suffragio e la sua chiesa, (a cura di SEVERINI SONIA), Rovereto, ricerca storica inedita di 250 pagine, in attesa di pubblicazione.
2023© Rovereto città di Antonio Rosmini
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