Rovereto, storia sacra: le chiese
Santa Maria del Carmelo
Non esiste una data certa sulla fondazione della primitiva chiesa di Santa Maria del Carmelo di Rovereto, alcuni autori la collocano attorno all'anno 1290. Il tempio, voluto da Guglielmo di Castelbarco, inizialmente era intitolato alla Vergine Annunziata. Con tale titolo durò solo pochi anni. Infatti, nel suo testamento, il conte di Castelbarco (m. 1320) lasciava del denaro per la costruzione, accanto alla chiesa, di un convento per i frati francescani. Ma il suo desiderio non fu integralmente attuato, non si sa per quale motivo. Forse i francescani rifiutarono l'invito. Dunque, vi si costruì un monastero, ma vi entrarono i carmelitani. La consacrazione della chiesa avvenne nel 1334, quando assunse il titolo di S. Maria del Carmelo. 1)
La chiesa di Santa Maria del Carmelo
si trova in via Benacense,
vicino all'ospedale civile.
I carmelitani erano già presenti da oltre un secolo, quando avvenne l'istituzione canonica del convento, concessa da papa Eugenio IV nel 1437.
La primitiva chiesa, semplice all'esterno, in stile romanico, nel XV secolo era già dotata di dodici altari, fatti erigere da famiglie ricche. L'altare maggiore era dedicato alla Vergine Annunciata e a San Michele Arcangelo. 2)
Fin da subito si stringe un rapporto molto intenso tra i carmelitani e la comunità di Rovereto. Sono molte le famiglie ricche che lasciano, con testamento, terre e altri beni al convento. Era una mentalità diffusa tra i mercanti dell'epoca quella di credere di poter riparare al peccato di usura, devolvendo gran parte delle sostanze accumulate in vita agli ordini religiosi e ai poveri. Con questi lasciti il convento si arricchì molto. 3)
Si fa risalire alla fine del Quattrocento, il primo chiostro del convento, rinnovato nei secoli successivi, caratteristico esempio del primo Rinascimento in Trentino. A pianta rettangolare, il chiostro è dotato di volte a crociera, con arcate sostenute da venti colonne, sei lungo i lati lunghi e quattro lungo quelli corti. Le decorazioni a grottesche del chiostro risalgono alla metà del Cinquecento, probabile opera di un frate carmelitano, di nome Battista da Rovereto. 4)
Diventata vetusta, dopo numerosi restauri, la chiesa primitiva viene rifatta a partire dalla fine del XVII secolo.
Nel 1657 si innalza il preesistente campanile, da 26 agli attuali quaranta metri. Dell'antica costruzione romana rimane traccia nelle bifore della prima cella campanaria 5).
La prima pietra della nuova chiesa, l'attuale, in stile barocco, è collocata nel 1678. Ci vorranno però diversi decenni per il completamento dell'edificio, che si potrà dire terminato nel 1750. Il progetto è verosimilmente attribuito al carmelitano Jacopo Antonio Pozzo, fratello minore del più famoso Andrea Pozzo, gesuita.
L'ordinata composizione e il rispetto delle proporzioni dell'edificio, con pianta a croce latina sormontata da un'ampia cupola al centro del transetto e l'aggiunta del presbiterio e del coro, rinvia allo stile dei Pozzo e alla loro posizione di assoluta preminenza nel contesto dell'architettura tardobarocca. A favore di tale tesi, c'è anche il fatto che i carmelitani, come del resto i gesuiti, usavano coinvolgere artisti appartenenti al loro ordine religioso. L'esecuzione del progetto fu affidata al comasco Pietro Somalvico di Brienno, che aveva edificato la chiesa carmelitana della Madonna delle Laste di Trento.
La pianta della chiesa barocca non è in asse con il perimetro di quella antica, emerso nei restauri del 2008, ma è leggermente spostato a causa di una rotazione del nuovo edificio, resasi necessaria per allineare la chiesa al percorso viario verso l'antico borgo di S. Tommaso, che era stato rettificato. 6)
C'è un legame molto profondo, che è poco conosciuto, tra Antonio Rosmini, la sua famiglia e la chiesa del Carmelo di Rovereto.
In questa chiesa il 2 luglio 1820 egli riceve il diaconato, dalle mani di mons. Giuseppe Manfrin Provedi, vescovo di Chioggia, presente a Rovereto per consacrare la chiesa di S. Croce. La scelta cadde su mons. Provedi, perché in questo momento la sede episcopale di Trento è vacante7).
Una lapide all'interno della chiesa ricorda che qui il Rosmini faceva da crocifero il giorno della consacrazione della chiesa di S. Croce, mentre tre giorni dopo avrebbe ricevuto il diaconato:
«In questa chiesa alla cui consacrazione
celebrata il 29 giugno 1820
da mons. Manfrin Provedi vescovo di Chioggia
ANTONIO ROSMINI
da crucifero fungeva e il 2 luglio
al diaconato veniva assunto
Nel quattrocentesco chiostro della chiesa, si trovano inoltre le lapidi tombali di alcune famiglie nobiliari di Rovereto, tra cui quella di Rasmino, originario del Bergamasco e presente a Rovereto alla metà del XV secolo, capostipite dei vari rami della famiglia Rosmini9).