Rosmini, fede: terza massima
Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per disposizione divina riguardo la Chiesa di Gesù Cristo, lavorando per essa secondo la chiamata di Dio
dalle Massime di Perfezione cristiana
«1. Siccome è Gesù Cristo colui che ha la potestà su tutte le cose, in cielo come in terra, e che si è meritato di diventare Signore assoluto di tutti gli uomini, perciò egli solo è anche colui che regola tutti gli avvenimenti con sapienza, potenza e bontà inenarrabile, secondo il suo beneplacito divino, per il maggior bene dei suoi eletti che formano la sua amata sposa, la Chiesa.
2. Perciò il cristiano, per quanto gli avvenimenti possano sembrare contrari al bene della stessa Chiesa, deve godere una perfetta tranquillità e conservare un gaudio pieno, riposando interamente nel suo Signore, senza però smettere di gemere e di supplicare che avvenga la volontà del Signore come in cielo così in terra; cioè che gli uomini pratichino sulla terra la sua santa legge di carità come i santi la vivono in cielo.
3. Il cristiano, dunque, deve bandire dal suo cuore l’inquietudine e ogni specie di ansietà e preoccupazione, anche quella che talvolta sembra avere per scopo solo il bene della Chiesa di Gesù Cristo. Molto meno ancora deve temerariamente lusingarsi di poter mettere riparo a questi mali prima di vedere chiara la volontà del Signore a loro riguardo. Deve aver presente che solo Gesù Cristo è il governatore della sua Chiesa, e che non c’è cosa più spiacevole per lui e più indegna del suo discepolo, che la temerità di quanti, dominati da cecità di mente e da nascosto orgoglio, senza essere chiamati e mossi da lui, presumono di fare di propria iniziativa qualche bene, anche minimo, nella Chiesa, quasi che il divin Redentore abbia bisogno della loro miserabile cooperazione o di quella di chiunque altro. Nessuno è necessario al divin Redentore per la glorificazione della sua Chiesa, cioè per la redenzione dalla schiavitù del peccato; schiavitù in cui tutti gli uomini ugualmente si trovano. Solo per la sua gratuita misericordia egli assume fra i redenti quelli che gli piace elevare a tale onore. Di solito, poi, per le opere più grandi, egli si serve di ciò che è più debole e più spregevole agli occhi del mondo».1)
Massime di Perfezione Cristiana
di Antonio Rosmini
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Le Massime sono state tradotte in varie lingue:
«Mi sono rimesso al volere divino e sono tranquillo»
Così scrive il Rosmini al fratello Giuseppe dopo l'ingiusta e segreta condanna di due suoi testi, Le Cinque Piaghe della Santa Chiesa e la Costituzione secondo la giustizia sociale:
«[...] Una segreta persecuzione è stata ordita contro di me, e i miei nemici sono riusciti a farmi proibire due opuscoli, tenendosi una assemblea straordinaria in Napoli perciò della Congregazione dell’Indice, con segretario straordinario, e con consultori a me avversi. Io non mi sono per questo turbato, ma rimesso al voler divino, mi sono pienamente sottomesso alla decisione com’era mio dovere, e l’avvenuto non mi toglie punto la piena tranquillità di cui godo. Probabilmente faranno cangiare al Santo Padre anche il proponimento di farmi Cardinale, benché avessi accettata questa dignità renuente [= riluttante] e per obbedienza, e incontrate gravissime spese per fornirmi dell’occorrente: io ho la coscienza tranquilla; non è avvenuto in me alcun cangiamento, ma in altri [...]».2)
Note:
1) ROSMINI A., "Massime di Perfezione Cristiana - adatte ad ogni persona in qualsiasi condizione", trasposizione e aggiornamento linguistico di suor Maria Michela Riva, rosminiana, Edizioni Rosminiane Sodalitas, Stresa 2020, pp. 22-23.
2) ROSMINI A., Epistolario completo, Lettera 6398, Albano 14 settembre 1849, [a Giuseppe M. Rosmini-Serbati a Vallarsa].