Rosmini: successi e attacchi - Rovereto città di A. Rosmini

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Rosmini, la via: Fuori Rovereto
Tra successi e attacchi
Come tutti gli uomini di Dio amanti della verità, anche Rosmini sperimenta, dopo il successo, le persecuzioni promesse da Cristo. In pochi anni, dal 1830 in poi,  l'Istituto della Carità e il pensiero filosofico di Rosmini si espandono rapidamente, anche fuori dall'Italia. I suoi scritti iniziano ad essere studiati nei seminari; i suoi amici lo supportano, diffondendone le idee; la figura del Rosmini cresce sempre più, sia nel mondo ecclesiale sia laico; molti lo cercano, gli scrivono, uomini di cultura, cardinali, vescovi, canonici, padri spirituali. Per quanto riguarda l'Istituto della Carità si aprono nuove case.

Ma la notorietà suscita invidie, gelosie, malumori, cattiverie, maldicenze, calunnie, voglia di distruggere chi non la pensa allo stesso modo.
In campo filosofico la controversia più nota fu quella con Vincenzo Gioberti, sacerdote, filosofo e politico. Lo scontro, inizialmente condotto in sordina, si accende quando un amico di Rosmini, Michele Tarditi, indirizza pubblicamente delle lettere al Gioberti, con le quali ne critica le tesi filosofiche, rifacendosi alle dottrine rosminiane. Gioberti reagisce violentemente con lo scritto Degli errori filosofici di Antonio Rosmini. Gli amici di questi replicano. Alla fine il Rosmini in persona decide di prendere le distanze dal Gioberti, pubblicando lo scritto Vincenzo Gioberti e il panteismo (1846).
  
Una polemica più grossa, di carattere teologico-religioso, si accende a seguito della pubblicazione del Trattato della coscienza morale (1840). Gli avversari accusano il Rosmini di aver intaccato la dottrina teologica del probabilismo. Ma le motivazioni erano altre, essi infatti diffondono calunnie nei suoi confronti e lo attaccano sempre con opuscoli anonimi, fatti circolare segretamente. C'è inoltre la fretta di invocare e annunciare imminente una condanna ecclesiastica delle suo opere. Rosmini, poi, non è capito nel suo atteggiamento di dialogo verso la modernità.
Nel 1841, il Rosmini pubblica la Risposta al finto Eusebio Cristiano, nel tentativo di difendersi dagli attacchi dello scritto anonimo, intitolato Alcune affermazioni del signor Antonio Rosmini, prete roveretano con un saggio di riflessioni scritte da Eusebio Cristiano, il principale scritto antirosminiano che circolava tra il clero.
Gregorio XVI, convinto dell'inconsistenza degli attacchi al Rosmini, nel tentativo di far cessare le polemiche, nel 1843 impone il silenzio sia ai rosminiani sia agli avversari.
Affievolite le polemiche, il Rosmini si dedica con più tranquillità a dirigere, da Stresa,  l'Istituto della Carità e le Suore della Provvidenza.
In questi anni pubblica: Manuale dell'esercitatore (1839); Filosofia del diritto (1841-44); Sistema filosofico (1845); Teodicea (1845); Psicologia (1846-48); Compendio di etica (1847); Saggio sul comunismo e sul socialismo (1849). Inizia anche la monumentale composizione della Teosofia, che sarà pubblicata postuma e incompleta tra il 1859 e il 1874.1)


Note:

1) MURATORE UMBERTO, Conoscere Rosmini - Vita e spiritualità, Edizioni Rosminiane Stresa 2002, pp. 21-23.
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