Rosmini: le due città - Rovereto città di A. Rosmini

...tra storia, cultura e fede

Vai ai contenuti
Rosmini, fede: Storia dell'Amore tratta dalle Sacre Scritture
I giusti amano gli ingiusti, non viceversa
La mondana (o finta) amicizia è come la brace in un caminetto, sotto cui cova il fuoco dell'odio. Basta un nulla per attizzarlo e scoppiano le guerre. Cosicché l'odio dilagato nel mondo, porta inevitabilmente alla distruzione del genere umano (con il diluvio universale1)). Ma il giusto Noè, prefigurazione di Cristo, permette all'umanità di non estinguersi completamente, grazie alla promessa di Dio.  Dio aveva infatti detto al serpente (diavolo), dopo la caduta dei progenitori:
«Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
(Genesi 3, 15)
La Storia dell'Amore di Antonio Rosmini, tratta dalle Sacre Scritture, non è certo l'amore dell'uomo verso Dio, che anzi è stato da questo più che mai odiato, ma dell'immenso Amore di Dio nei confronti dell'umanità. Dopo la caduta, a seguito del peccato originale,  Dio ha promesso un Redentore (Gesù Cristo), ma doveva preparargli un popolo presso cui nascere. Con infinita pazienza Dio ha cercato l'umanità smarrita, ha liberato un popolo, che, essendo molto ostinato, continuava da Dio ad essere corretto verso il bene.
Ma il popolo non perdeva occasione per rifiutare Dio, ed Egli non smetteva di richiamarlo, benedirlo, correggerlo (punendo il peccato perché il male va punito), chiamando Padri e inviando Giudici, Re, Profeti e testimoni della fede. E' un Dio che non si arrende nell'usare Misericordia.2)
Dio ha effuso sempre la sua misericordia lungo la storia, e lo fa anche ai giorni nostri, come ricorda papa Francesco: «[...] Dio perdona sempre! Non si stanca di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Ma lui non si stanca di perdonare»3).
Le Sacre Scritture sono la "Lettera d'Amore" di Dio all'umanità: non è affatto vero, come alcuni sostengono, che il Dio dell'Antico Testamento è "cattivo" e il Dio del Nuovo Testamento è "buono": bisogna meditarle a fondo e leggerle alla luce dello Spirito Santo, come ha fatto Antonio Rosmini.
Fin che esisterà il mondo, ci sarà sempre divisione tra coloro che appartengono alla Gerusalemme celeste (la città di Dio), e coloro che appartengono alla città terrena, dominata da satana. Tale separazione è dovuta al fatto che odio e amore (carità) sono inconciliabili. Mentre il primo gruppo, infatti, vive sulla terra come "pellegrino", sapendo che un giorno dovrà lasciare tutto per raggiungere la vera patria, quella "celeste", il secondo rimane attaccato «col cuore all'abitazione della terra, e fabbricando palagi e città, e piantando vigne, e adunando ricchezze, vive nel secolo presente come in sua stanza, e in queste letizie infelici e momentanee consuma e perde le beate ed immortali»4).


«Così [i giusti] non potendoli [i malvagi] amare perchè sono buoni, li amano accioché sieno buoni: avvegnaché in quanto Dio li aborrisce, dai giusti pure sono aborriti».

A. Rosmini - Storia dell'Amore
Coloro che vivono nell'odio, nella finta amicizia, non solo odiano i giusti, ma si odiano a vicenda anche tra loro. I giusti, dal canto loro, pur non potendo condividere il pensiero e lo stile di vita dei "cattivi" (o ingiusti), amano però quest'ultimi e pregano per loro affinché si convertano e diventino anch'essi cittadini della Gerusalemme celeste 5).
E qui riportiamo due esempi dal testo di Rosmini:

1. Quello del grande patriarca Abramo, che in diverse occasioni supplica Dio perché usi misericordia verso popolazioni malvagie, tra cui il famoso episodio delle città di Sodoma e Gomorra 6):

«Disse allora il Signore [ad Abramo]:
"Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!".
Quegli uomini [i tre Angeli apparsi ad Abramo, simbolo della manifestazione divina] partirono di lì e andarono verso Sòdoma,
mentre Abramo stava ancora davanti al Signore.
Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse:
"Davvero sterminerai il giusto con l'empio?
Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere?
E non perdonerai a quel luogo
per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?
Lungi da te il far morire il giusto con l'empio,
così che il giusto sia trattato come l'empio;
lungi da te!
Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?".
Rispose il Signore: "Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città".
Abramo riprese e disse:
"Vedi come ardisco parlare al mio Signore,
io che sono polvere e cenere.
Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque;
per questi cinque distruggerai tutta la città?".
Rispose: "Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque".
Abramo riprese ancora a parlargli e disse:
"Forse là se ne troveranno quaranta".
Rispose: "Non lo farò, per riguardo a quei quaranta".
Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora:
forse là se ne troveranno trenta".
Rispose: "Non lo farò, se ve ne troverò trenta".
Riprese: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore!
Forse là se ne troveranno venti".
Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei venti".
Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola;
forse là se ne troveranno dieci".
Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei dieci".
Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo,
se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione»7).
2. Il secondo esempio, che prendiamo dalla Storia dell'Amore di Rosmini, è quello di Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto schiavo dai fratelli e finito in Egitto. Entrato nelle grazie del Faraone, per le sue doti e per la sua capacità di interpretare i sogni, Giuseppe benefica molto gli egiziani e li salva da una durissima e lunga carestia. Ma dopo la sua morte, gli egiziani, ingrati, dimenticano i benefici avuti da Giuseppe e perseguitano la sua discendenza 8).
Ciò che scrive il Rosmini, che attualizza le vicende bibliche, vale anche ai giorni nostri:

«E' appunto quanto avviene ai Santi nell'Egitto di questo mondo. Spargono da ogni parte incredibili benefizi, danno tutto se stessi per la salute dei malvagi: e tuttavia sono oppressi, malmenati, sottoposti ad ogni sorta d'ingiustizie, di calunnie, di persecuzioni9).
Che se qualche volta la grandezza del beneficio presente strappa a forza, dalle mani anche dei più tristi [=malvagi], qualche piccolo momentaneo segno di riconoscenza; una tal riconoscenza dura quanto dura il proprio interesse, non più; dura, non più, quanto dura l'istintivo moto della corrotta natura umana, che viene soffocata e contraddetta, ma non distrutta dall'abitudine contraria.
Se i Santi aspettassero ricambio e ricompensa del loro amore da coloro in pro' dei quali spendono se stessi, non arderebbero di un così acceso desiderio di far del bene agli altri.
Essi invece, anche negli empi, non altro amano che la giustizia, quella giustizia di cui gli empi stessi, smettendo la loro empietà, possono ancora rivestirsi finché vivono qui in terra. Li amano, perché anch'essi cerchino  e acquistino una tale giustizia.
I buoni poi hanno la certezza di esser fedelmente, generosamente ricambiati d'Amore da Colui che, anche nei malvagi, essi amano.
Quanto più uno è giusto, e tanto più ricambia chi gli fa del bene. Chi poi è giustissimo, anzi la Giustizia stessa (Dio), di cui partecipano tutti quelli che sono giusti, li compensa abbondantissimamente di quel loro grandissimo amore, sia che essi amino la giustizia nei giusti perché vi è, o l'amino negli ingiusti perché vi sia.
Questa corrispondenza che hanno i buoni dalla Giustizia che essi amano, li infervora ad amarla sempre più [...]»10).
Note:

1) La storia del diluvio universale è raccontata nei capitoli da 6 ad 8 della Genesi.
2) ROSMINI A., Storia dell'Amore, Opere di Antonio Rosmini, 52, Valle Alfeo e Muratore Umberto (a cura di), Istituto di Studi Filosofici, Centro internazionale di Studi Rosminiani, Città Nuova Editrice, Roma 2002, pp. 35-38.
3) Papa FRANCESCO, "Un Dio che riconcilia-meditazione mattutina nella Cappella Domus Sanctae Marthae", venerdì 23 gennaio 2015, Libreria Editrice Vaticana.
4) ROSMINI A., Storia dell'Amore, Opere di Antonio Rosmini, 52, Valle Alfeo e Muratore Umberto (a cura di), Istituto di Studi Filosofici, Centro internazionale di Studi Rosminiani, Città Nuova Editrice, Roma 2002, p. 39.
5) Ivi, pp. 41-43.
6) Sodoma e Gomorra erano due città sulle rive a sud del mar Morto. La regione di Sodoma e Gomorra è ora sommersa dal mar Morto.
7) Genesi 18, 20-33.
8) ROSMINI A., Storia dell'Amore, Opere di Antonio Rosmini, 52, Valle Alfeo e Muratore Umberto (a cura di), Istituto di Studi Filosofici, Centro internazionale di Studi Rosminiani, Città Nuova Editrice, Roma 2002, pp. 42-44. La vicenda di Giuseppe è raccontata nel Libro della Genesi, capitoli 37-50.  I racconti dei Patriarchi, da Abramo a Giuseppe, sono collocati nell'arco approssimativo di tempo che va dal 1800 al 1600 avanti Cristo.
9) Come non possiamo non vedere qui, parole preveggenti, quanto accadde in seguito allo stesso Rosmini: con i suoi scritti volle beneficare la Chiesa e la società e ne ebbe da molti, per fortuna non da tutti, disprezzo, invidia, calunnie e persecuzioni di vario genere.
10) ROSMINI A., Storia dell'Amore, Città Armoniosa 1977, (trasposizione e aggiornamento linguistico di suor Maria Michela Riva, rosminiana), p. 43.
2023© Rovereto città di Antonio Rosmini
| STORIA | CULTURA | FEDE
Torna ai contenuti