Rosmini: sull'amore in famiglia - Rovereto città di A. Rosmini

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Rosmini, fede: Storia dell'Amore tratta dalle Sacre Scritture
L'Amore in famiglia
da Dio e per Dio
L'Amore (carità), di cui parla la Bibbia e che viene da Dio, non separa l'amore verso gli uomini dall'amore verso Dio: infatti se uno ama gli uomini ama anche Dio, che ha creato tutti gli esseri umani, e se uno ama Dio, non può non amare gli esseri umani, che, come un unico corpo,  provengono da Dio.

Alcune figure bibliche femminili - con le quali possiamo identificarci anche ai giorni nostri - ci danno l'esempio di ciò: la strada da cui si parte [dall'uomo a Dio o da Dio all'uomo] può differire, ma il punto di arrivo è lo stesso.
Ruth ed Anna sono accomunate dall'amore verso il popolo d'Israele (il popolo eletto), prefigurazione della Chiesa: per esso sono disponibili a grandi rinunce personali, e così entrano a far parte del progetto divino di salvezza.
Mentre alcuni, dunque, partendo dall'amore umano giungono all'amore per Dio, altri - come la Vergine Maria - partendo da Dio, a cui interamente si consacra, si rendono - come afferma il Rosmini - cari agli uomini.  Maria, con la sua totale consacrazione a Dio, riceve - unica nel genere umano - la grazia di concepire e dare alla luce il Redentore dell'intera umanità.
Nel racconto di Ruth 1) emerge un amore profondo tra la suocera, Noemi, e le sue due nuore, Orfa e Ruth.
Noemi, rimasta vedova nella regione di Moab, dove era emigrata da giovane con il marito Elimèlech, a causa della carestia, perde anche i suoi due figli. Decide dunque di ritornare nella sua terra d'origine, a Betlemme di Giuda, e invita le sue due nuore, rimaste vedove, a ritornare dalle loro famiglie d'origine.
Noemi, suocera amorevole, si comporta verso le nuore come una vera madre: non pensa a sè stessa, alla sua vecchiaia in solitudine, ma desidera che le nuore, ancora giovani, si rifacciano una vita, cercandosi un altro marito. Le due donne, però, vogliono rimanere con lei, e seguirla nella terra d'Israele. Ma Noemi insiste, affinché ritornino alle loro case e non si espongano ai disagi del viaggio per stare con lei:
«Tornate indietro, figlie mie! Perché verreste con me?
Ho io ancora figli in seno, che possano diventare vostri mariti?
Tornate indietro, figlie mie, andate!
Io sono troppo vecchia per avere un marito.
Se dicessi: Ne ho speranza,
e se anche avessi un marito questa notte
e anche partorissi figli, vorreste voi aspettare che diventino grandi
e vi asterreste per questo dal maritarvi?
No, figlie mie; io sono troppo infelice per potervi giovare,
perché la mano del Signore è stesa contro di me»2).

All'epoca, una donna anziana, rimasta vedova e senza figli, era destinata ad una durissima vita.
Orfa, alla fine, si convince e torna dai suoi.
Ruth invece è determinata, non cede:  

«Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te;
perché dove andrai tu andrò anch'io;
dove ti fermerai mi fermerò;
il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio;
dove morirai tu, morirò anch'io e vi sarò sepolta»3).  
La scelta di Ruth non è determinata da mero affetto umano verso la suocera, che le faceva da madre. Ruth, che è moabita, dunque straniera per il popolo d'Israele, abbandona non solo la sua famiglia d'origine, ma anche il suo paese, le sue usanze e i suoi dèi, essendo un popolo pagano, per accogliere le usanze e i costumi di un nuovo popolo, a lei estraneo. La vita in Israele per uno straniero, per giunta donna sola, era molto dura. Ma lei, abbracciando il popolo di Noemi, rinuncia ai suoi dèi per credere al Dio unico, il Dio d'Israele, Signore di tutta la terra.
La fedeltà di Ruth alla suocera e al popolo di Dio (Israele) viene premiata: giunta in Betlemme di Giuda, Ruth sposa Booz,  il parente più prossimo di Elimèlech, il suocero defunto. Alla coppia nasce un figlio, Obed, che sarà il nonno del famoso re Davide. Dal casato di Davide nascerà Gesù Cristo.
Così Ruth, grazie alla sua scelta generosa, che l'ha portata a rinunciare ad un proprio progetto di vita, entra nell'albero genealogico del Redentore, quindi viene coinvolta nel più ampio progetto di Dio di salvezza dell'umanità.
Un altro esempio è Anna, una delle due mogli di Elkana 4).
Anna è sterile, mentre Peninna, l'altra moglie, ha diversi figli e figlie. Peninna umiliava duramente Anna per la sua sterilità; all'epoca si pensava che la sterilità fosse causata da una colpa segreta, motivo per cui Anna si sentiva molto afflitta.
Quest'ultima non si consolava neppure alle parole del marito, che l'amava ugualmente, nonostante non potesse avere figli da lei, e le ripeteva: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?»5).

Anna, allora si rivolge a Dio con una preghiera molto fiduciosa nei Suoi confronti, facendo un voto:

«Signore degli eserciti 6) se vorrai considerare la miseria della tua schiava
e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava
e darai alla tua schiava un figlio maschio,
io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita
e il rasoio non passerà sul suo capo»7).
Anna ha a cuore il proprio buon nome e spera nella divina grazia, essendo la steriltà vista come causa di una colpa segreta. Ma il suo desiderio di avere un figlio non è dettato da egoismo, né manca di abbandono e fiducia nella divina Provvidenza. «Amava di esser madre, più per generare figliuoli al cielo che per generarli alla terra»8). E' infatti disposta a rinunciare al figlio, offrendolo a Dio.
«Come a dire - prosegue il Rosmini - esaudiscimi, o Signore, perché io domando un figliuolo per l'onor tuo, non per il piacer mio; io me ne priverò, perché egli abbia da servire Te nel tuo tempio. Per questo solo io Ti prego»9).
E così partorirà il grande profeta Samuele, che ungerà il re Davide. Anna lo lascerà a Dio, nel suo santuario, fin dall'età di tre anni.

Commenta il Rosmini: «Questa donna forte che disonore non fa a quelle madri così poco degne, cristiane più di nome che di sentimenti, alle quali pare di perdere quel figliuolo che consacrano al santuario di Cristo! Carnale, animalesco, diabolico è il loro amore per la figliuolanza; e non frutterà loro che effetti carnali e animaleschi e diabolici»10).
Parole dure quelle del Rosmini, che però non è avvezzo a nascondere la verità, come del resto fanno i santi.
Cosa vuol dire? Purtroppo, a volte, nelle famiglie cristiane capita che vi sia della resistenza, più o meno forte,  da parte dei genitori nei confronti dei figli, che vogliono diventare sacerdoti, o consacrarsi a Dio in altri modi. L'amore carnale e l'egoismo fanno reagire in questo modo, che non è certo gradito a Dio. I figli non sono proprietà dei genitori, sono un "dono di Dio" e vanno lasciati liberi di seguire la propria vocazione.

Ma questo vale per tutti i genitori, non solo per quelli cristiani: i figli sono comunque un "dono di Dio", i genitori, dandoli alla luce, cooperano con un mistero che va oltre loro stessi. La vita non viene dall'essere umano. I figli vanno sempre rispettati, fin dal concepimento, e lasciati liberi di seguire la propria strada.

Quando era ancora diacono, quindi prima di essere ordinato sacerdote, il Rosmini aveva aiutato un giovane della Dalmazia, di nome Antonio Bassich, che rischiava di ammalarsi e morire, poiché i genitori avevano esercitato fortissime pressioni per impedirgli di diventare sacerdote. Il Rosmini si prende cura del Bassich con grande generosità.
Dopo averlo svezzato, Anna  conduce il bambino  dal sacerdote Eli, al tempio di Dio, perché rimanga sempre con lui al servizio del Signore. E dice ad Eli: «“...per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto. Perciò anch'io lo dò in cambio al Signore: per tutti i giorni della sua vita egli è ceduto al Signore". E si prostrarono là davanti al Signore»11).  

E invece di essere triste perché si separa dal figlio, Anna prorompe in quel bellissimo canto di lode a Dio, a cui si ispirerà Maria Vergine nel canto del Magnificat, dimostrando «con ciò di godere nel Signore che dà i doni, meglio che nei doni stessi»12):
«Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia fronte s'innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io godo del beneficio che mi hai concesso.
Non c'è santo come il Signore,
non c'è rocca come il nostro Dio.
Non moltiplicate i discorsi superbi,
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore è il Dio che sa tutto
e le sue opere sono rette.
L'arco dei forti s'è spezzato,
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
I sazi sono andati a giornata per un pane,
mentre gli affamati han cessato di faticare.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.
Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.
Solleva dalla polvere il misero,
innalza il povero dalle immondizie,
per farli sedere insieme con i capi del popolo
e assegnar loro un seggio di gloria.
Perché al Signore appartengono i cardini della terra
e su di essi fa poggiare il mondo.
Sui passi dei giusti Egli veglia,
ma gli empi svaniscono nelle tenebre.
Certo non prevarrà l'uomo malgrado la sua forza.
Il Signore... saranno abbattuti i suoi avversari!
L'Altissimo tuonerà dal cielo.
Il Signore giudicherà gli estremi confini della
terra; darà forza al suo re
ed eleverà la potenza del suo Messia»13).  
Anna dunque prefigura Maria, ed entrambe, come tutti i profeti dell'Antico Testamento, e come tutti i santi nella Chiesa, non esaltano sè stesse, ma Dio, che compie meraviglie in tutti.
La generosità di Ruth ed Anna le porta ad essere feconde, nell'ambito del progetto divino. Il Rosmini sottolinea come dai giusti il matrimonio non viene abbracciato per altro fine, se non per dare al mondo dei figli. Se l'uomo, infatti, per sua natura, ama avere case, campi, vigne e tante altre cose materiali, se è ragionevole - chiede il Rosmini - come non amerà di più avere dei figli, ovvero altri uomini suoi simili? Ovviamente averli, non per farne una proprietà, come le cose materiali, ma seguendo l'esempio dei giusti 14).
Dal canto suo Maria, con la consacrazione verginale a Dio, ottiene la grazia di concepire il Redentore del genere umano, e così diviene cara agli uomini. Tanto la verginità quanto la maternità sono belle e feconde se rientrano nel progetto di Dio. Di fronte all'inaudito evento della maternità del Redentore, Maria prorompe nel bellissimo canto del Magnificat:

«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre»15).
Maria non nega di aver ricevuto grandi cose, ma non ne fa un vanto personale, perché sono dono di Dio, è Dio che opera tutto in tutti, che abbassa i superbi e innalza gli umili, per cui la lode e la gloria vanno a Dio.

All'umiliazione e all'innalzamento da parte di Dio sono chiamati tutti gli uomini, poiché ciò è capitato allo stesso Cristo.
«Gesù Cristo si esinanì, morì, discese nel sepolcro e fin negli abissi infernali; ma poi risorse e si rivestì di gloria ed entrò nel cielo. Dalla mendicità passò alla ricchezza, dal dispregio alla gloria, dalla servitù al regno. L'umiliazione e l'esaltamento di Anna furon foggiati su un tale disegno. Ai Santi avviene così, a tutti i Santi».16)

Il Rosmini, che quando scriveva ciò aveva circa ventiquattro anni, ha tenuto nel cuore queste parole: anche lui dopo aver subito molte ingiustize, calunnie, attacchi, fuori e dentro la Chiesa, e dopo essere stato avvelenato, muore con la gioia nel cuore, in attesa dell'esaltazione di Dio.
Note:

1) Vedi il Libro di Ruth. Con quattro capitoli, il Libro di Ruth è uno dei più corti della Bibbia.
2) Ruth 1, 11-13.
3) Ruth 1, 16-17.
4) Il racconto di Anna è narrato nel I Libro di Samuele.
5) I Samuele 1, 8.
6) Indica il "Signore degli eserciti celesti", cioè delle schiere angeliche.
7) I Samuele 1, 11. «Non passerà il rasoio sul suo capo»: «Il Nazireato era una particolare consacrazione a Dio, per raggiungere una maggiore perfezione e santità. Il primo "nazir" o nazireo di cui parla la Bibbia è Sansone, consacrato a Dio fin dal seno della madre. [...] Gli obblighi o le pratiche che configuravano il nazireato erano principalmente tre: astenersi dal vino e da bevande fermentate; non tagliarsi i capelli, segno di forza e santità; evitare ogni contatto con i cadaveri, perché ciò implicava un'impurità rituale». "Nazireato", in Piccolo dizionario biblico - una guida essenziale, (a cura di Bruno Maggioni e Gregorio Vivaldelli), Ancora Editrice, Milano 2011, p. 58.
8) ROSMINI A., Storia dell'Amore, Città Armoniosa 1977, (trasposizione e aggiornamento linguistico di suor Maria Michela Riva, rosminiana), p. 247.
9) Ibidem.
10) Ivi,, pp. 247-248.
12) ROSMINI A., Storia dell'Amore, Città Armoniosa 1977, (trasposizione e aggiornamento linguistico di suor Maria Michela Riva, rosminiana), p. 248.
14) ROSMINI A., Storia dell'Amore, Opere di Antonio Rosmini, 52, Valle Alfeo e Muratore Umberto (a cura di), Istituto di Studi Filosofici, Centro internazionale di Studi Rosminiani, Città Nuova Editrice, Roma 2002, pp. 136.
15) Luca 1, 46-55.
16) ROSMINI A., Storia dell'Amore, Opere di Antonio Rosmini, 52, Valle Alfeo e Muratore Umberto (a cura di), Istituto di Studi Filosofici, Centro internazionale di Studi Rosminiani, Città Nuova Editrice, Roma 2002, pp. 134-144. Per la citazione tra virgolette: ROSMINI A., Storia dell'Amore, Città Armoniosa 1977, (trasposizione e aggiornamento linguistico di suor Maria Michela Riva, rosminiana), p. 250.
2023© Rovereto città di Antonio Rosmini
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