Il capitello di S. Giorgio
con Antonio Rosmini e Giovanna Maria della Croce
Nel 1946, l'artista roveretano Ernesto Piccoli (1909-1962) dipinge, per un capitello, la Madonna Ausiliatrice, San Giorgio martire, Antonio Rosmini e la Venerabile Giovanna Maria della Croce 1). Il capitello, nella piazza di S. Giorgio, si trova ai piedi della collinetta dove si erge l'antica omonima chiesetta 2).
Il capitello fu commissionato dai cittadini del luogo come voto di ringraziamento all'Ausiliatrice, patrona di Rovereto, per aver risparmiato il rione dai bombardamenti della seconda guerra mondiale3).
La pittura riproduce l'Ausiliatrice in gloria, che stringe affettuosamente il Bambinello Gesù; sotto a sinistra San Giorgio martire, vittorioso sul drago (che simboleggia la vittoria sul Maligno, ovvero satana); al centro Antonio Rosmini regge con la destra un libro, mentre con la sinistra indica il drago sconfitto, l'abate Rosmini indossa un piviale color azzurro (forse in riferimento alla Vergine?); sulla destra abbiamo Giovanna Maria della Croce, monaca clarissa roveretana, che tiene un libro (forse le sue rivelazioni) e con la sinistra la croce; sullo sfondo la chiesa di San Giorgio.
Rosmini doveva amare in modo particolare questo edificio di culto, se, come riporta il Diarum Missarum della Chiesa di S. Giorgio, la terza messa che celebrò a Rovereto, dopo l'ordinazione sacerdotale4), fu il 30 aprile 1821 in S. Giorgio. All'epoca la chiesetta apparteneva alla famiglia Bonfioli 5).
Nei pressi della chiesa avvenivano inoltre le esecuzioni capitali, per impiccagione, dei condannati a morte dalla giustizia civile. Nel settembre del 1835, il Rosmini, dopo aver seguito spiritualmente il giovane Felice Robol, aiutandolo nella conversione, lo accompagnò alla forca, dandogli gli ultimi conforti spirituali 6).
San Giorgio, martire, patrono tra l'altro dei soldati e degli scout, viene invocato contro la peste e la lebbra. Nell'arte è rappresentato in atto di uccidere il drago, simbolo del male, per ricordare che il bene diretto da Dio avrà comunque nella storia umana sempre la meglio sul male, nonostante le apparenze contrarie.
Le altre figure riportate nel dipinto riguardano tre venerazioni di carattere locale molto sentite in passato dalla popolazione roveretana:
Maria Ausiliatrice è la patrona di Rovereto: venne invocata dalla città nel 1703 a protezione dalle truppe francesi (sostenute da Spagna, Portogallo e Baviera), che, nella guerra contro l'Austria (alleata con Inghilterra, Prussia e Olanda), stavano mettendo a ferro e fuoco i paesi della destra Adige. Il conflitto è noto come "guerra di successione spagnola". Scampati dal pericolo, gli abitanti di Rovereto decisero di festeggiarla solennemente, in segno di gratitudine, ogni anno il 5 di agosto. Festa che si svolge ancor oggi.
La Venerabile Giovanna Maria della Croce (1603-1673), popolarmente chiamata "beata", fondò a Rovereto un monastero di contemplative clarisse, che oggi non esiste più. Ha lasciato molti scritti riguardanti "visioni mistiche", e veniva consultata anche dai potenti dell'epoca. Oggi molto poco conosciuta, è una figura straordinaria, che si avvicina a S. Caterina da Siena. A Rovereto era ricordata anche per la sua generosa assistenza ai malati colpiti dalla peste del 1630, di manzoniana memoria.
Infine Antonio Rosmini (1797-1855), che, pur perseguitato dalle autorità, presso la popolazione semplice ha sempre goduto fama di santità.
Rosmini e la Beata Giovanna Maria della Croce...
Nel biennio 1836-37, Antonio Rosmini studia un generoso progetto, un Fondo di riproduzione perpetua di 20mila fiorini d'Impero, da donare alla città di Rovereto. L'obiettivo del Fondo era di realizzare opere di pubblico vantaggio, nel giusto ordine, stabilito dal Rosmini, ovvero l'incremento della religione e della moralità, degli studi e a sollievo dei cittadini indigenti: dunque opere caritative di carattere spirituale, intellettuale e materiale.
Tra quelle di ordine spirituale, il Rosmini aveva preventivato anche un assegno per continuare la causa di canonizzazione, che era ferma, della Venerabile Giovanna Maria della Croce. Il Rosmini la riteneva dunque una figura importante per la città:7)
«È poi commendevolissimo il pensiero di riprendere la causa della canonizzazione della nostra Venerabile Madre Giovanna della Croce. Ottimamente si fece a collocare il ritratto di questa nostra gran serva di Dio nella sagrestia, e di ammanire un armadio decente in cui sieno collocati gli scritti della medesima ed altri oggetti che a Lei appartennero. Anzi, risovvenendomi che nella mia biblioteca di Rovereto ci devono essere alcuni manoscritti contenenti opere di questa Venerabile, qualora non se n’abbiano già le copie, io li offerisco in dono acciocché sieno pur collocati in detto armadio insieme cogli altri. In quanto poi agli altri ufficii e passi che si devono fare per riuscire in tal opera, io offerisco in quello che posso la mia cooperazione».8)
Oggi tutto ciò è pressoché nel dimenticatoio, per il venir meno della fede e nella convinzione che siano cose irrilevanti. Ma dove la fede è realmente vissuta si riconosce la presenza dei "santi", che in ogni epoca testimoniano la presenza di Dio.
Note:
1) COSSALI M., La Provincia inquieta - l'arte di Ernesto Piccoli a cinquant'anni dalla morte, in Ernesto Piccoli pittore 1909-1962, [catalogo dell'omonima mostra], edizioniosiride 2012, p. 9.
L'approvazione di costruzione del capitello da parte del Comune di Rovereto avviene il 29 luglio 1946, [Approvazione e progetto del capitello in Diarum Missarum in Ecclesia S. Georgii M., celebratarum 1930, [ASBCR = Archivio storico Biblioteca civica di Rovereto, Ms 57.17].
3) Il quartiere fu ampiamente bombardato il 14 gennaio 1945: ci furono delle distruzioni materiali ma nessuna perdita umana.
4) Rosmini venne ordinato sacerdote a Chioggia il 21 aprile 1821. La prima messa fu celebrata a Rovereto nella cappella privata del palazzo di famiglia; la prima messa pubblica presso l'altare dell'Ausiliatrice in S. Marco; quindi quella in S. Giorgio è la seconda messa celebrata pubblicamente.
5) Diarum Missarum in Ecclesia S. Georgii M., celebratarum 1930, [ASBCR= Archivio storico Biblioteca civica di Rovereto, Ms 57.17].
6) Felice Robol aveva ucciso, per gelosia, la giovane di cui si era innamorato, gettandola da un ponte.
7) PAGANI-ROSSI, La Vita di Antonio Rosmini, Arti Grafiche Manfrini (Rovereto) 1959, vol. I (II), p. 682.
8) ROSMINI A., Epistolario completo, XI, Lettera 7133, Stresa 10 maggio 1852, [a mons. arciprete, don Andrea Strosio a Rovereto].