Rosmini: quinta massima - Rovereto città di A. Rosmini

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Rosmini, fede:  quinta massima
Riconoscere intimamente il proprio nulla
dalle Massime di Perfezione cristiana
«1. Il discepolo di Gesù Cristo deve vivere continuamente in una solitudine interiore, nella quale, scomparse, potremmo dire, tutte le altre cose, non ritrovi che Dio e la propria anima.  

2. Deve aver sempre presente Dio, per adorarne la grandezza, e deve aver sempre presente se stesso per sempre più capire la propria debolezza e il proprio nulla 1).  

3. Il cristiano deve portare scritte nella mente le ragioni del proprio nulla: prima quelle che dimostrano il nulla di tutte le cose, poi quelle che umiliano in particolare l’uomo, in terzo luogo quelle che umiliano la sua persona.  

4. Come egli è un atomo nel paragone con l’universo, così egli è un nulla paragonato a Dio, dal quale soltanto viene tutto ciò che egli ha di bene. La colpa in cui è stato concepito, l’inclinazione al male che porta in sé, e i peccati di cui egli stesso si è macchiato, lo devono persuadere di due grandi verità: 1° che da se stesso non è capace di fare alcun bene; 2° che non solo è capace di tutto il male, ma è così labile, che può venir meno in ogni istante se la misericordia di Dio non lo soccorre. Perciò egli deve continuamente, come dice san Paolo, «attendere alla propria salvezza con timore e tremore» (Fil 2,12).
5. La prima di queste due grandi verità lo deve convincere a non intraprendere nulla, non solo per cambiare la propria condizione in questa vita, come abbiamo detto, ma neppure per qualunque altro scopo se non vi sia spinto dal conoscere che quella è la volontà di Dio. È impossibile che un uomo sinceramente convinto di essere incapace di ogni bene, possa intraprendere di proprio moto una cosa qualsiasi.  

6. Nel cristiano, perciò, devono trovarsi due disposizioni apparentemente opposte, ma che stanno insieme armoniosamente: un grandissimo zelo per la gloria di Dio e per il bene del suo prossimo, assieme a un sentimento che gli dice di essere incapace di ogni bene, incapace di porre alcun rimedio ai mali del mondo».2)


Massime di Perfezione Cristiana
di Antonio Rosmini



Note:

1) Rosmini ha operato tantissimo nella sua vita, non è stato con le mani in mano, ed era fermamente convinto delle verità che scriveva. Il «nulla» di cui parla non è l'annichilimento dell'essere umano, tipico della società odierna, ma è l'umile consapevolezza di essere creatura di Dio, di dipendere da Lui, e di poter fare cose grandi solo se ci si affida a Lui. L'essere umano ha una dignità grandissima, in quanto "figlio di Dio", una dignità che sempre più spesso viene calpestata dalle moderne ideologie. Ma l'essere umano non è un "self made man", padrone del mondo e del prossimo, è una creatura che tutto deve saper accogliere con gioia da Dio, che è Padre.
2) ROSMINI A., "Massime di Perfezione Cristiana - adatte ad ogni persona in qualsiasi condizione", trasposizione e aggiornamento linguistico di suor Maria Michela Riva, rosminiana, Edizioni Rosminiane Sodalitas, Stresa 2020, pp. 32-33.
  
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