Rosmini e Pio IX - Rovereto città di A. Rosmini

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Rosmini, la vita: Fuori Rovereto
A Gaeta con Pio IX

Dal 15 agosto 1848, giorno in cui il Rosmini giunge a Roma per compiere una missione assegnatagli dal governo piemontese, al 2 novembre 1849, quando dopo oltre quattordici mesi di assenza da Stresa il Rosmini riabbraccerà i confratelli, è il periodo più travagliato e drammatico della vita del filosofo roveretano. Coinvolto nelle intricatissime vicende per l'unità d'Italia dopo i moti del 1848, egli sarà a servizio del Papa con grande abnegazione.
Rimarrà anche vittima degli intrighi politici, delle ambizioni e delle invidie della maggior parte della Corte pontificia (in primis il cardinale Giacomo Antonelli) e di governanti a lui avversi. Rientrerà a Stresa, con il pesante fardello sulle spalle di una ingiusta e frettolosa condanna delle Cinque Piaghe e de La Costituzione secondo giustizia sociale ad opera della Sacra Congregazione dell'Indice, riunitasi segretamente e in via straordinaria a Napoli, dove era in esilio1).
Nel riceverlo, il 17 agosto 1848, Pio IX comunica al Rosmini che desidera farlo cardinale, tanta era la stima che ne aveva. Il Pontefice aveva bisogno di una persona fidata, su cui contare e a cui chiedere consiglio.
Il Rosmini non è contento della nomina, poiché si rende conto del peso insopportabile2), ma accetta, in obbedienza al Papa, ed inizia a preparare il necessario corredo a spese proprie. Avrebbe dovuto ricevere la nomina in dicembre, ma la situazione politica precipita e salta tutto.
Il 25 agosto, in Piemonte cambia il governo:  al ministero Casati subentra il ministero Perrone-Pinelli, che non è favorevole né al Concordato né al progetto di un'Italia federale, come aveva proposto Rosmini, ma era interessato solamente  ad una lega militare antiaustriaca. Pio IX invece non vuole entrare in guerra con l'Austria.
Di lì a poco, a Roma, siamo a metà settembre, al Ministero Fabbri succede quello di Pellegrino Rossi, che sarà molto breve. Infatti, il 15 novembre, giorno di apertura delle Camere romane, Rosmini si trova ad assistere, con tanta amarezza, all'omicidio del  Rossi.

Roma è nel caos. Il Papa si vede costretto a fuggire; lascia di nascosto la città e si rifugia a Gaeta. Su espresso desiderio del Pontefice, il Rosmini segue Pio IX, per stargli vicino in questi momenti drammatici. L'intera corte pontificia si rifugia a Gaeta.

Ma Rosmini ormai ha troppi nemici, a partire dal cardinale Antonelli che tesseva la trama della politica pontificia e aveva idee opposte a quelle del sacerdote roveretano. Ai vertici della Chiesa, inoltre, una cerchia di conservatori non vedeva di buon occhio quanto il Rosmini aveva scritto nelle Cinque Piaghe e nella Costituzione secondo la giustizia sociale. I due testi vengono condannati. Il Rosmini lo viene a sapere solo il 15 agosto 1849, mentre si trova ad Albano (Lazio), nel viaggio di rientro  a Stresa. Si sottomette immediatamente, quale fedele figlio della Chiesa, alla condanna, senza però capire il motivo dell'accusa.
Rosmini era inviso, ormai da tempo, anche all'Austria per le sue idee in favore dell'unità d'Italia e ai Borboni di Napoli, contrari ai gioverni liberali.
Nella fase di rientro, durante la quale sosta in varie città, è ospite per due mesi (dal 22 luglio all'8 ottobre 1849) ad Albano, presso il cardinale Antonio Tosti3), tra le persone amiche, assieme al cardinale Castruccio Castracane, che lo appoggiarono nella difficile situazione.
Pur stimandolo e continuando a desiderarlo vicino a sè come cardinale, Pio IX4) si trovò in una complessa situazione, difficile da gestire e si lasciò  condizionare dal cardinale Antonelli e da altre persone che gli stavano attorno5).

Oneri più che onori...
Rosmini sul cardinalato



«Vi ringrazio delle congratulazioni che mi fate per l’onore della sacra Porpora che mi vuol conferire il Sommo Pontefice nel prossimo Concistoro, e che io non ho potuto in alcuna maniera declinare. Sappiate però che quanto è grande questo onore, altrettanto sono gravi i pesi annessi e la responsabilità per la povera anima mia; onde ho bisogno più che mai delle orazioni dei parenti e di tutti i buoni».  

Lettera al fratello Giuseppe,
Gaeta 26 dicembre 1848.
Note:

1) La riunione si tenne il 30 maggio del 1849. Il documento viene firmato da Pio IX il successivo 6 giugno. Il 9 giugno, il Rosmini si incontra con Pio IX, il quale si mostra affabile come sempre e gli dice che l'esame delle opere è ancora in corso. «Non possiamo credere che Pio IX, carattere aperto e franco, abbia voluto nascondere al Rosmini la verità; molto più ci ripugna il sospettare che abbia voluto mascherarla con parole che suonano contrarie al fatto: piuttosto incliniamo a pensare che Pio IX ignorasse ancora il giudizio della Congregazione [...] e che al Decreto di conferma sia stata messa un'antidata». PAGANI-ROSSI, La Vita di Antonio Rosmini, Arti Grafiche Manfrini (Rovereto) 1959, vol. II (II), pp. 159-188; MURATORE UMBERTO, Conoscere Rosmini - Vita e spiritualità, Edizioni Rosminiane Stresa 2002, p. 243.
2) Così il 9 ottobre 1849, il Rosmini scrive al cugino Leonardo Rosmini: «Tu già sai che io nulla omisi per declinare l’onore e il peso del cardinalato, e che fui obbligato in coscienza a sottomettermi». ROSMINI A., Epistolario completo, X, lettera 6414, Palestrina 9 ottobre 1849.
3) Rosmini fu perennemente grato al cardinale Tosti per l'ospitalità ad Albano, e si ricordò di lui anche sul letto di morte. Dal canto suo il cardinale, ricordando il Rosmini dopo la morte, ebbe a dire nel 1856: «Quella ospitalità mi fruttò i più bei giorni della mia vita, per l'edificazione che mi dava la sua eroica virtù, e la scienza che quasi infondeva in altrui, con quella semplicità e amabilità che mi ricordava Origene nel suo splendore». PAGANI-ROSSI, La Vita di Antonio Rosmini, op. cit., p. 262.
4) Pio IX rientrerà da Gaeta a Roma il 12 aprile del 1850.
5) Pio IX mantenne comunque sempre un atteggiamento di stima verso il Rosmini, anche dopo la morte di questi. Negli ultimi anni di vita, Pio IX (m. 7 febbraio 1878),  fu udito dire: «Ho le mie croci, e la più grave si chiama Antonelli» PAGANI-ROSSI, La Vita di Antonio Rosmini, op. cit., p. 263.
Aggiungiamo che Pio IX è, come il Rosmini, beato per la Chiesa cattolica, che in questi giudizi non sbaglia.
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