Rosmini: dalla morte ad oggi - Rovereto città di A. Rosmini

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Rosmini, la vita: Fuori Rovereto
Dalla questione rosminiana ad oggi
Il Decreto Dimittantur del 1854, firmato da Pio IX, che vietava di muovere d'ora innanzi altre accuse alle dottrine rosminiane, con la speranza di instaurare, tra gli studiosi cattolici, quella pace e carità necessarie ad un sereno dibattito religioso e culturale, non ottenne lo scopo. Alla morte del Rosmini, le polemiche non cessarono. Anzi, si riaccesero in modo più ampio con la pubblicazione di alcune opere postume, tra cui i volumi della Teosofia.1)

Attorno al nome di Rosmini si venne così polarizzando, all'interno della Chiesa, la lotta sul modo da seguire per far fronte alle sfide della modernità. In genere, dalla parte di Rosmini, oltre a coloro che lo avevano conosciuto direttamente, si schierarono persone aperte al dialogo tra le culture, sensibili ai nuovi fermenti politici ed intellettuali, affezionate alla Chiesa e alla morale cattolica, ma al tempo stesso convinte che un dialogo onesto con la modernità avrebbe, a lungo andare, rinvigorito il cristianesimo e riaccostato il popolo al clero. Invece, contro di lui,  tendenzialmente si schierarono coloro che vedevano nei nuovi fermenti culturali e politici le uniche cause dei mali della Chiesa, per ripararsi dai quali l'unica soluzione era quella di chiudersi, in maniera ideologica, in una tradizione più vicina al medioevo che all'epoca dei Padri della Chiesa.2)
Sui periodici e nell'editoria cattolica del tempo, sorse un'aspra lotta, piena di passione, che durò a lungo, e che va sotto il nome di questione rosminiana. L'essere pro o contro Rosmini non rimase una questione tra intellettuali in campo scientifico, ma divenne popolare: se ne parlava ovunque, nei conventi, nei seminari, nelle scuole, nelle canoniche. Tra gli avversari, il Rosmini veniva accusato di essere portatore di molte eresie, e di non essere fedele al pensiero di S. Tommaso, anche se nessuno osava mettere in discussione la sua vita di santità.3)
Gli avversari estrapolarono quaranta preposizioni, di carattere filosofico e teologico, in particolare da due opere postume del Rosmini (Teosofia e Introduzione al Vangelo di S. Giovanni), staccandole di fatto da tutto il contesto, per dimostrare che il suo pensiero era eretico e contrario agli insegnamenti della Chiesa. Il tutto sfociò in un intervento del Santo Ufficio, che va sotto il nome di Decreto Post Obitum (14 dicembre 1887)4) nel quale si dichiarava che le suddette quaranta preposizioni «non sembravano consone alla verità cattolica». C'è anche da aggiungere che ben sette preposizioni intere e quattro metà erano state prese da opere precedenti, Rosmini ancora vivente, e che erano già state dimesse nel 1854. Il documento del 1887 sembrò segnare la definitiva vittoria degli avversari di Rosmini: fu un periodo molto difficile per l'Istituto della Carità, mentre i professori che insegnavano il pensiero di Rosmini vennero allontanati dalle cattedre.5)
Agli inizi del XX secolo, in un clima storico e culturale più sereno, si cominciò a vedere la questione rosminiana con meno passione e più obiettività. A rasserenare gli animi contribuirono alcune pubblicazioni, tra cui la poderosa Vita di Rosmini, stampata nel 1897, ma diffusa per prudenza a partire dal 1905, e la pubblicazione dell'Epistolario completo in tredici volumi (1887-1894), in cui emergevano tutte le doti naturali e  la santità di Rosmini. Fu fondata la Rivista Rosminiana (1906); nacque il bollettino rosminiano di spiritualità Charitas (1927); mentre nel 1934 uscì il primo volume dell'Edizione nazionale delle Opere di Antonio Rosmini. 6)
Prima nell'ascetica, poi, via via, nella morale, nella pedagogia, nella politica, nel diritto e nella filosofia, le idee di Rosmini cominciarono ad essere viste per quello che effettivamente erano, delle stimolanti e a volte profetiche intuizioni. Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo I stimavano molto il Rosmini, di cui avevano letto alcuni scritti, e contribuirono al superamento della questione rosminiana. Nel 1966, su impulso di Michele Federico Sciacca, i Padri rosminiani fondarono, presso palazzo Bolongaro a Stresa, il Centro internazionale di Studi Rosminiani.

Il secondo centenario della nascita di Antonio Rosmini (1997), segnò il definitivo innalzamento e collocamento del filosofo roveretano tra i grandi pensatori della tradizione laica e cattolica dell'Occidente. Molte furono le iniziative promosse in Trentino, in Piemonte, a livello nazionale ed internazionale. 7)
Giovanni Paolo II istituì una commissione, all'interno della Congregazione per la dottrina della fede, allo scopo di esaminare ancora una volta le quaranta preposizioni. Nel febbraio del 1994, al termine dei lavori della commissione, papa Wojtyla concesse la tanto auspicata apertura della causa di beatificazione di Rosmini.

Ma il maggior evento, che pose fine alla questione rosminiana e restituì integralmente il pensiero di Rosmini alla Chiesa fu la Nota, resa pubblica, per volere di Giovanni Paolo II, il 1 luglio 2001, anniversario della morte di Rosmini.8)  Nel documento si legge:

«Si possono attualmente considerare ormai superati i motivi di preoccupazione e di difficoltà dottrinali e prudenziali, che hanno determinato la promulgazione del Decreto Post obitum di condanna delle “Quaranta Proposizioni” tratte dalle opere di Antonio Rosmini. E ciò a motivo del fatto che il senso delle proposizioni, così inteso e condannato dal medesimo Decreto, non appartiene in realtà all’autentica posizione di Rosmini [...]».9)

Antonio Rosmini è stato beatificato a Novara il 18 novembre 2007.



Rosmini monumento funebre, Stresa.
Novara 2007 - beatificazione A. Rosmini
Novara 2007 - cerimonia di beatificazione di Rosmini.
Domenica 18 novembre 2007

Il Ven. Servo di Dio, Antonio Rosmini, viene beatificato in una cerimonia presieduta dal card. Josè Saraiva Martins, presso il Palazzo dello Sport di Novara.
Note:

1) PAGANI-ROSSI, La Vita di Antonio Rosmini, Arti Grafiche Manfrini (Rovereto) 1959, vol. II (II), p. 729.
2) MURATORE UMBERTO, Conoscere Rosmini - Vita e spiritualità, Edizioni Rosminiane Stresa 2002, pp. 32-33.
3) PAGANI-ROSSI, op. cit., p. 709; MURATORE U., op. cit. p. 33.
4) Il Decreto Post Obitum fu comunicato all'Episcopato cattolico il 7 marzo 1888, giorno in cui, all'epoca, si commemorava S. Tommaso d'Aquino (oggi se ne fa memoria il 28 gennaio), e forse non fu un caso.
5) PAGANI-ROSSI, op. cit., pp. 711, 718-719, 729; MURATORE U., op. cit. pp. 33-34.
6) MURATORE U., op. cit. p. 34.
7) Ivi, pp. 34-36.
8) Ivi, pp. 37-38.
9) CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Nota sul valore dei  Decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Reverendo Sacerdote Antonio Rosmini Serbati, Roma 1 luglio 2001, [a firma del prefetto card. Joseph Ratzinger e del segretario Tarcisio Bertone, arcivescovo emerito di Vercelli].
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