Rosmini catechesi: il fine dell'uomo - Rovereto città di A. Rosmini

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Rosmini, fede: Catechesi roveretane
Qual è il fine dell'uomo?
Uno degli obiettivi - e tra i più importanti - che il Rosmini si prefigge quando diventa parroco in San Marco a Rovereto, è quello della catechesi (istruzione religiosa) rivolta ai bambini e agli adulti. Un obiettivo importante, che rientra nella cosiddetta "carità intellettuale" volta a risollevare un'ampia fetta di popolazione. Infatti, si trattava per lo più di persone appartenenti alla classe sociale degli artigiani, che languivano nella miseria materiale e morale, con conseguente disfacimento dei nuclei familiari e, dunque, della vita sociale.

Le catechesi erano di due tipi: quelle rivolte ai bambini e ragazzi (Dottrine minori) e quelle rivolte agli adulti (Dottrine maggiori).
Qui ci soffermeremo sulle seconde. Il Rosmini utilizzò la dismessa chiesetta di San Giuseppe - a fianco della canonica di San Marco, oggi unità abitative - come luogo di riunione (oratorio) per gli adulti maschi ai quali insegnare il Catechismo. Gli incontri di circa un'ora, che comprendevano anche una parte dedicata alla preghiera, venivano svolti tutte le sere, all'imbrunire, dopo il lavoro.

Per facilitare l'apprendimento, si alternavano incontri di spiegazione con incontri in forma di dialogo - domanda e risposta - tra il sacerdote (il Rosmini o un sostituto) e i parrocchiani su argomenti trattati la volta precedente. Oltre ad essere un'occasione per ripassare l'argomento, tale metodo permetteva di sciogliere dubbi e approfondire aspetti non sufficientemente compresi. Le catechesi, scritte in dialetto, furono trascritte e successivamente pubblicate.
Nel suo modo di esporre la catechesi - a differenza della tradizione e di quello che sarà il Catechismo di San Pio X - il Rosmini parte dall'uomo, dalla conoscenza razionale dell'uomo per giungere a Dio, anziché partire da Dio per arrivare all'uomo.1)

Ad artigiani, i più padri di famiglia, poco istruiti, egli fa comprendere quale sia il fine dell'essere umano, con esempi molto semplici, validissimi ancor oggi.
Tutte le cose - spiega il Rosmini - sia quelle naturali sia quelle artificiali hanno un fine: un prato serve per produrre il fieno per gli animali; una casa serve per accogliere e proteggere le persone; un orologio, anche d'oro, serve per segnare le ore; ci permettiamo di aggiungere agli esempi del Rosmini, uno smart-phone serve per comunicare e navigare.

Ora - prosegue il Roveretano - se il prato non producesse più erba; se una casa ormai fatiscente, minacciasse di crollare; se un orologio, anche se fosse d'oro, non segnasse più le ore; e se uno smart-phone non permettesse più di comunicare e navigare, a cosa servirebbero? Non varebbero più nulla.

La stessa cosa dicasi per l'essere umano. Anche l'essere umano, come ogni cosa nell'Universo, ha un suo fine, fallito il quale non varebbe più nulla.

E qual è il fine dell'essere umano? Il fine dell'essere umano è Dio stesso, cioè il Bene infinito.
Un essere - prosegue il Rosmini - vale tanto quanto vale il fine per cui è stato fatto e che effettivamente consegue. Maggiore è il fine e più valore ha quella determinata cosa, come l'esperienza ci insegna. Il Rosmini adduce l'esempio del fiore e del frutto: entrambi possono essere belli per colore, piacevoli per fragranza, allettando la vista e l'olfatto, ma il frutto ha un ulteriore fine, che lo rende superiore al fiore, ed è quello di nutrire. «Non c'è nessuno che non apprezzi il frutto più del fiore, perché ha un fine più utile ed eccellente».2)
La creazione, dal libro della Genesi


«In principio Dio creò il cielo e la terra.
Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre
e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.
E fu sera e fu mattina: primo giorno.

Dio disse: "Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque".
Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento.
E così avvenne.
Dio chiamò il firmamento cielo.
E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

Dio disse: "Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto". E così avvenne.
Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare.
E Dio vide che era cosa buona.
E Dio disse: "La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie". E così avvenne:
la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie.
Dio vide che era cosa buona.
E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

Dio disse: "Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni
e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra". E così avvenne:
Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle.
Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra
e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona.
E fu sera e fu mattina: quarto giorno.

Dio disse: "Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo".
Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie.
E Dio vide che era cosa buona.
Dio li benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra".
E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie". E così avvenne:
Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.

E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".

Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro:
"Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra".

Poi Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.
A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne.

Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno».

(Genesi 1, 1-31).
Quindi, non tutto ha lo stesso fine e dunque uguale valore. Il Rosmini invita ad ammirare la distribuzione che Dio ha fatto, nel momento della creazione dell'Universo, della varietà di fini assegnati alle diverse creature. C'è la classe inferiore, costituita da tutti quegli esseri - come le pietre, l'aria, l'acqua, la luce e così via - senza movimento proprio e senza organi, il cui fine è quello di nutrire il regno vegetale. I vegetali a loro volta sono costituiti per mantenere la vita ad un'altra classe di esseri più nobili ed eccellenti, perché oltre alla «vegetabilità» posseggono anche la sensitività, ovvero gli animali. In ultima, gli animali sono creati per servire l'essere umano e l'essere umano per servire Dio.3)

Si faccia attenzione, che anche Dio ha un fine: il fine di Dio è Sè stesso, perché non c'è nulla di più grande di Dio.4)
«Ora applicate qui quella norma, che una cosa vale tanto, quanto vale il fine che ottiene e che è nata per ottenerlo, e voi conoscerete immediatamente quanto smisurata sia l'eccellenza dell'uomo che ottiene il suo fine, essendo questo fine Dio stesso, sommo di tutti gli esseri, in cui è ogni bellezza, ogni perfezione, ogni bene infinito [...]»5).
Questo insegnamento è molto importante e va inteso bene, soprattutto oggi, dove c'è molta confusione sul fine assegnato ad ogni essere nell'Universo, e dove capita che la scala dei valori venga ribaltata, per cui si notano delle derive o una certa diffusa mentalità che colloca l'essere umano sullo stesso piano, se non al di sotto, degli animali. Questo succede perché si rifiuta Dio: ma se si rifiuta Dio, l'essere umano finisce per collocarsi al posto di Dio, stabilendo lui cosa è bene e cosa è male. Ma nello stabilire cosa è bene e cosa è male, perde la direzione, è come un navigante senza bussola, e finisce per auto-degradarsi.

Domandiamoci:
l'essere umano può creare?

Prima di proseguire,
soffermiamoci un attimo per rispondere alla domanda.

Note:

1) Nel Catechismo disposto secondo l'ordine delle idee, basato sull'apprendimento mnemonico domanda-risposta, che pubblicherà nel 1838, per quanto riguarda le Dottrine minori, il Rosmini inizia così: «1. Chi siete voi? Io sono un Uomo; 2. Che cos'è l'Uomo? L'Uomo è un essere composto di corpo e di anima intelligente». Vediamo invece che il Catechismo classico di San Pio X (1905) propone: «1. Chi ci ha creato? Ci ha creato Dio; 2. Chi è Dio? Dio è l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra».
2) Catechesi I, Rovereto 9 novembre 1834, in ROSMINI ANTONIO, Catechesi parrocchiali, collana "Antonio Rosmini, Maestro per il terzo millennio", Le Opere: 1, (a cura di Gianni Picenardi), Edizioni Rosminiane Sodalitas, Stresa 2012, pp. 18-19.
3) Ivi, p. 20.
4) Catechesi IX, Rovereto 1 gennaio 1835, in ROSMINI ANTONIO, Catechesi parrocchiali, op. cit., p. 51.
5) Catechesi I, Rovereto 9 novembre 1834, in ROSMINI ANTONIO, op. cit., p. 20.
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