La pietà rosminiana - Rovereto città di A. Rosmini

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Rosmini, fede: goccie di spiritualità
Cos'è la vera "pietà"?

«[...] il primo e più solido esercizio di pietà consiste nello sforzarsi di fare ogni dì meglio e con più perfezione, aiutandoci la grazia del nostro Signor Gesù Cristo, tutte quelle cose, le quali noi siamo tenuti a fare per cagione del nostro stato, grado ed  uffizio». A. Rosmini.

Margherita Tartarotti, sposata Fogolari, conosceva Antonio Rosmini fin dall'infanzia e frequentava la sua famiglia. Abitava in una casa di fronte alla chiesa di Loreto e rimaneva edificata vedendo il giovane figlio del nobiluomo Pietro Modesto, la mattina presto, mentre si recava a scuola, inginocchiarsi devotamente davanti alla chiesa, sulla strada, e pregare con molta pietà.1)

Oggi le parole pietà e devozione a molti fanno "storcere un po' il naso", come qualcosa di antiquato, medievale, ridicolo o bigotto.

Ma cos'è la "pietà" per Rosmini? Il commento di padre Giuseppe Bozzetti 2):
«La devozione, ossia la religione, si concepisce da taluni come attività prevalentemente intellettuale, pietà che cerca di appoggiarsi su basi di pensiero: questa è la forma meno comune, e non manca di pericoli.
Oppure, la pietà si basa prevalentemente sul sentimento, ed è questa la forma più frequente. Essa ha varii aspetti, che possono confinare col sentimentalismo, e anche arrivare, a volte, a manifestazioni di sensibilità eccessiva, persino morbosa.
Secondo Rosmini la pietà è il dono di tutto l’uomo, di tutte le sue facoltà, ma prevalentemente della volontà, al servizio e all’amore di Dio.
L’elemento volontà è il più importante, perché è nella volontà, libera e sincera, che più altamente si afferma la nostra persona. Questa azione poi della volontà verso Dio, trova il suo fondamento nell’intelligenza, tanto che Rosmini vuole che il cristiano si abitui a pregare con intelligenza; non intendendo però qui per intelligenza il solo lume naturale, ma anche l’intelletto illuminato dal lume soprannaturale, dalla Fede; e si dimostra, si attua, nel determinato, pronto, pratico riconoscimento di Dio da parte della volontà umana. Dunque dedizione dell’anima a Dio, che risponde al dono che Dio fa di sé all’anima. Questa è la sostanza; il resto è fronde e fiori»3).
La solida pietà
Antonio Rosmini



«Lo spirito delle regole deve essere di ridurre ogni cosa alla pietà; ma, notate bene, non alle pratiche di pietà;
chè rispetto a questa conviene usare discrezione e sobrietà, essendo mezzo e non fine;
ma alla pietà solida, cioè all’amore
e servizio di Dio, alla santità,
che non consiste solo in dire
Domine Domine [Signore, Signore],
ma in fare voluntatem Patris mei  
[la volontà del Padre mio].
Tutto deve essere subordinato a questo fine,
e le pratiche, e la disciplina, e lo studio».

Rosmini A., Epistolario ascetico,
Lettera 471,
Stresa 15 agosto 1836
[a don Luigi Gentili in Inghilterra].
Antonio Rosmini e S. Francesco di Sales...

Per quanto concerne la vera pietà, quella a cui è chiamato ogni discepolo di Cristo, ricorriamo anche a S. Francesco di Sales, a cui Antonio Rosmini era molto devoto.  Tra i Santi fondatori dell'Istituto della Carità, il Rosmini colloca anche S. Francesco di Sales:

«Tre sono i Santi fondatori del nostro Istituto: S. Agostino, il cui spirito dev'essere il nostro, come egli ce lo fa vedere nelle sue opere in ordine alla pratica della duplice carità; S. Ignazio quanto al governo dell’Istituto; e S. Francesco di Sales riguardo allo spirito di singolare mansuetudine e piacevole conversare».4)

A Casa natale Rosmini esiste un dipinto, attribuito al pittore rivano Giuseppe Craffonara, raffigurante S. Francesco di Sales, commissionato, secondo la tradizione storica, da Giovanna Formenti, la madre di Antonio, che era devotissima al santo savoiardo. La contessa volle ritratto nel dipinto anche il giovanissimo figlio, che aveva appena indossato la veste talare e si stava preparando al sacerdozio.

Il 28 dicembre 2022, quarto centenario dalla morte di S. Francesco di Sales, papa Francesco ha pubblicato la Lettera Aspotolica Totum Amoris est, offrendo delle interessanti pagine su quanto il Vescovo di Ginevra può comunicare all'uomo contemporaneo. Così S. Francesco di Sales parla della falsa e vera devozione, con il suo tipico stile caratterizzato da un sano umorismo:

«Chi si consacra al digiuno, penserà di essere devoto perché non mangia, mentre ha il cuore pieno di rancore; e mentre non se la sente di bagnare la lingua nel vino e neppure nell'acqua, per amore della sobrietà, non avrà alcuno scrupolo nel tuffarla nel sangue del prossimo con la maldicenza e la calunnia. Un altro penserà di essere devoto perché biascica tutto il giorno una filza interminabile di preghiere; e non darà peso alle parole cattive, arroganti e ingiuriose che la sua lingua rifilerà, per il resto della giornata, a domestici e vicini. Qualche altro metterà mano volentieri al portafoglio per fare l'elemosina ai poveri, ma non riuscirà a cavare un briciolo di dolcezza dal cuore per perdonare i nemici; ci sarà poi l'altro che perdonerà i nemici, ma di pagare i debiti non gli passerà neanche per la testa; ci vorrà il tribunale».

Sono i vizi di sempre che attanagliano il cuore umano. Invece, prosegue S. Francesco di Sales: «la vera e viva devozione [...] esige l'amore di Dio, anzi non è altro che un vero amore di Dio; non un amore genericamente inteso».5)


Note:

1) La mamma di Margherita Tartarotti Fogolari era una Rosmini. La testimonianza della Fogolari su Antonio Rosmini fu rilasciata a don Francesco Paoli nel 1882. MENESTRINA EDUINO, Rosmini, l'uomo e il santo, 2°, Testimonianze di Trentini, Fede & Cultura, Verona febbraio 2010, pp. 204-205.
2) P. Giuseppe Bozzetti nacque a Borgoratto (AL) nel 1878. Fu preposito generale dell'Istituto della Carità, settimo successore di A. Rosmini, dal 1935 fino alla morte, avvenuta nel 1956. Persona di grande fede e molto erudita, difese con grande passione fin da giovane il pensiero ascetico-filosofico del Rosmini, quando era sotto attacco. Diede un forte impulso missionario all'Istituto della Carità, aprendo tra l'altro la prima missione (1945) in Africa, in Tanganika (Tanzania).  
3)  Bozzetti G., Che cosa s'intende per "pietà"? , in Scritti spirituali, tratti da Opere Complete, (a cura di Michele F. Sciacca), vol. I (III),  Marzorati, Milano 1966, pp. 381-382. Il grassetto è nostro.
4) Paoli F. , Virtù di A. Rosmini, p. I. c. II, art. III.
5) Papa Francesco, Lettera Apostolica Totum Amoris est, nel IV centenario della morte di S. Francesco di Sales, Libreria Editrice Vaticana, Roma 28 dicembre 2022, pp. 8-9.
  
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